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La responsabilità (2)

Il giorno 12 dicembre 2001, alle h 21, si riuniscono i soci del Centro Nuovo Umanesimo.

La prima parte della riunione è dedicata alle riflessioni e ai commenti sulla presentazione del Centro che ha avuto luogo, come previsto, il 1° dicembre alla Libreria Tikkun a Milano, con una presentazione del Centro e poi la relazione della professoressa Silvia Vegetti Finzi dal titolo:Educarsi ed educare alla responsabilità.

Quel pomeriggio c’è stata una notevole presenza numerica, quasi 200 persone, al di sopra delle nostre aspettative.

La relazione della professoressa Vegetti Finzi è stata molto apprezzata e anche il progetto che ci ha mossi alla realizzazione del Centro ha avuto l’approvazione dei presenti.

Infatti numerose persone hanno lasciato l’indirizzo per essere informati sulle attività e hanno compilato un questionario nei quali venivano chiesti pareri e suggerimenti.

Inoltre, sia il primo dicembre, sia successivamente, più di 80 persone hanno dato l’adesione ai tre gruppi proposti da gennaio in avanti, uno sull’etica, uno per genitori di adolescenti e l’altro per insegnanti.

Si voleva realizzare gli incontri per al massimo 12 persone per ciascun argomento, essendo state le adesioni più che doppie, si è provveduto a raddoppiare gli incontri, ma ancora qualcuno è rimasto escluso, si vedrà dunque in futuro se triplicare addirittura le sessioni.

Il risultato dell’iniziativa ci ha confortati riguardo alle nostre scelte.

Nella seconda parte della serata, abbiamo cominciato a prendere in esame le pagine che erano state consigliate per la lettura: il paragrafo Responsabilità e solidarietà, tratto da Il libro delle religioni, di J. Gaarder, V. Hellern, H. Notaker, edito da Neri Pozza Editore, pp. 286-295

Innanzitutto gli autori esaminano la differenza tra responsabilità individuale, che riguarda la responsabilità del singolo verso se stesso e le persone vicine e la responsabilità collettiva, cioè quella dell’intera comunità per compiti che il singolo non può portare a termine da solo. In realtà però, si osserva, anche la responsabilità collettiva appartiene al singolo, perché non si può disinteressarsi di questioni che riguardano l’intera comunità. Nella società di massa avviene però un fenomeno studiato anche dalla psicologia sociale, ovvero la polverizzazione delle responsabilità, con la conseguente deresponsabilizzazione dei singoli. Il singolo, infatti, sentendosi impotente di fronte a fenomeni di grande portata, ritiene di non poter fare nulla e abdica alle proprie responsabilità.

Sarebbe opportuno, invece, che ciascuno, anche nella società di massa, riscoprisse l’importanza delle proprie azioni e della loro ricaduta sulla società intera.

Si procede a scorrere le pagine indicate e si riflette sui principi etici suggeriti:
- Ama il prossimo tuo come te stesso
- Comportati con gli altri come vorresti che gli altri si comportassero con te
- Devi agire in modo che le tue azioni producano la maggiore felicità possibile nel maggior numero possibile di persone
- Dovrai sempre agire in modo che la regola su cui basi le tue azioni debba poter essere una legge comune.

Si rilflette sul fatto che questi enunciati appaiono di facile comprensione e che tutti siamo d’accordo che la nostra vita e quella degli altri migliorerebbe se riuscissimo ad applicarli, ma non sempre questo ci risulta facile.

Si decide poi di continuare a esaminare questi principii nel prossimo incontro, insieme con le immagini dei vizi e delle virtù dipinte da Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova.

Naturalmente tali immagini saranno considerate nel loro contenuto etico e non dal punto di vista artistico, ci si domanderà cioè, se, nella loro semplicità, hanno ancora qualcosa da insegnare all’uomo contemporaneo.

Alle h 11 e 30 l’incontro ha termine.