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"Esercizi spirituali filosofici" e sospensione verbali

Il giorno 18 marzo 2002 si sono incontrati i soci del Centro Nuovo Umanesimo per confrontarsi sull'idea di prendere in esame per i prossimi incontri gli "esercizi spirituali filosofici" tratti dal libro di P. Hadot, Che cos'è la filosofia antica? Einaudi 1998.
Uno dei soci ha portato dei pensieri di un filosofo orientale Miao Yin, trovati su Internet, che vanno nella stessa direzione degli esercizi spirituali filosofici, e ci suggerisce di partire con il prendere in esame uno di questi pensieri sulla rinuncia.

Guardare la vita con grande rispetto: Rinunciare

Determinante per la propria crescita spirituale è saper rinunciare.
Tutto ciò che ci circonda ci attrae.
La nostra società ci trasmette milioni di d'informazioni al secondo che deviano la nostra attenzione. Cosa, in tutto questo è davvero necessario?
Cosa, in tutto questo è originario?
I nostri contorni si stringono nel tentativo di fondersi con i colori dei cibi, con le insegne dei messaggi pubblicitari,
con i falsi miti contemporanei
Costruiamo un sogno illusorio che alla fine può appagarci.
Saliamo su trampoli che ci rendono ridicoli.
Al termine di decennali fatiche, eccoci intrappolati fra le zanne della vecchiaia, sempre più costretti dai dolori e dai rimpianti
E' giusto distrarsi, ma non è possibile votare totalmente la propria esistenza a cause esterne.
Dobbiamo abbandonare il superfluo.
Il cammino verso la realizzazione del sé, richiede un'abluzione, una scelta forte, un cambiamento del nostro stile di vita.

Miao Yin

La lettura di questo pensiero ci ha suggerito molte riflessioni. Qualcuno ha chiesto a che cosa in realtà ciascuno di noi è disposto a rinunciare, nel quotidiano, e che cosa ciascuno di noi è disposto a fare contro le ingiustizie di una globalizzazione che sfrutta il mondo sottosviluppato.
Al lato pratico, è stato osservato, ognuno di noi fa poco o niente.
Spesso sentenziamo su quello che gli altri devono fare, ma noi non ci mettiamo in discussione.
Se parliamo di salvaguardia delle foreste, parliamo sempre di cose lontane da noi, come delle foreste dell’Amazzonia; in realtà, se tutto il mondo si mettesse a consumare carta igienica come facciamo noi Occidentali, in breve tempo tutte le foreste sparirebbero.
Da noi vengono fatti oggi piccoli gesti come quello di offrire le somme per le bomboniere delle Comunioni ai bambini poveri dell’Africa, molte industrie o enti non fanno più regali di Natale, ma offrono le cifre destinate ai regali in beneficenza.

In realtà, il rinunciare potrebbe riguardare anche aspetti non soltanto materiali del vivere, ad esempio posso rinunciare a regalare un telefonino a mio figlio, ma posso anche, con il mio atteggiamento distaccato cercare di non mettermi in gioco nel rapporto con lui, e sottrarmi al dialogo. In questo caso ho paura di rinunciare a me stesso a favore di un rapporto più stretto e coinvolgente con mio figlio che sta crescendo.
Un altro osserva che, prima di arrivare a rinunciare a dei beni materiali per donare ad altri, è necessario individuare quali sono i nostri veri bisogni. Dovremmo rinunciare ai beni materiali per capire i beni essenziali, come dice il pensiero citato, perché noi in realtà viviamo un’esistenza “totalmente votata a cause esterne”.

Dobbiamo invece concentrarci, come ci suggerisce il filosofo, per capire quali sono le cose essenziali, le cose vere dell’esistenza e tentare di porre una distanza tra l’espressione del desiderio e la sua realizzazione, perché l’attesa, il prolungamento del desiderio sono le cose che aumentano il piacere quando il desiderio viene esaudito. Inoltre, se ci abituiamo a rinunciare ad alcuni beni materiali, possiamo anche lavorare meno, e avere più tempo per noi stessi. Più tempo per conoscere noi stessi e andare in una direzione di un miglioramento spirituale.
Ma non è indispensabile rinunciare a tutto, ad esempio il senso del bello può anche arricchirci spiritualmente.
Concentrandoci sulle relazioni, anziché sui beni materiali, avremo anche più disponibilità nei confronti dei nostri figli, ma dobbiamo anche sforzarci di tenere a freno i loro comportamenti consumistici, perché spesso sono troppo spinti verso acquisti anche superflui. Si fa notare, però, che il concetto di superfluo è assolutamente relativo al contesto nel quale viviamo.

Per gli adolescenti, poi, l’acquisto di determinati oggetti può essere essenziale per l’inclusione nel gruppo dei pari.
Qualcuno dice che gli adolescenti possono crescere più forti se riescono a sottrarsi ai condizionamenti e ad affermare la propria diversità dagli altri. Ma viene ribadito che nell’adolescenza questo è molto difficile, perché il gruppo dei pari è importante per il distacco dalla famiglia, e spesso il gruppo impone l’acquisto di determinati oggetti distintivi.
Si dice inoltre che, anche se una famiglia ha disponibilità economiche, dovrebbe limitarsi negli acquisti, per l’affermazione di un principio morale. E si dovrebbe anche cercare di fare capire ai ragazzi il valore del denaro, traducendo ad esempio determinate spese in ore di lavoro necessarie per guadagnare le cifre corrispondenti. E’ un modo per dare valore alle cose, che oggi invece spesso sono date per scontate dai giovani.
Ma, appunto, non è sempre semplice capire cosa è necessario e cosa è superfluo. Così come non sempre è facile individuare dei definiti principi morali anche nelle piccole realtà della vita.
Ad esempio: è lecito sottrarre all’ufficio in cui si lavora dei piccoli oggetti o non è anche quello un furto e quindi un cattivo esempio per i figli?
Certo man mano che si sale nelle responsabilità sociali le trasgressioni sono sempre più gravi, ma la coscienza ci dice che anche nelle piccole cose il principio etico andrebbe rispettato.
Non è semplice individuare un limite.
Essendosi fatto troppo tardi per continuare, la discussione viene rimandata al prossimo incontro.

Congedo
Mentre i soci fondatori del Centro continuavano i loro incontri verbalizzati in questa rubrica, sono nati altri tre gruppi di confronto su questi temi.
Si è pensato di fonderli per realizzare due soli gruppi più numerosi.
Non continueremo la verbalizzazione degli incontri perché le molteplici attività del Centro ci richiedono sempre più energie.
Troverete, se lo vorrete, spunti di riflessione, nella rubrica conferenze e articoli, che conterrà la trascrizione delle conferenze che il Centro organizzerà e altre pubblicazioni varie.