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Educare il desiderio nei giovani

Lunedì 25 settembre 2000, alle h 21, si sono riuniti i soci del Centro Nuovo Umanesimo.

La discussione prende avvio dalla lettura dell'articolo di Vittorino Andreoli "La terapia del desiderio" pubblicato sul Corriere della Sera del 6 giugno 2000. Viene fatto rilevare che in alcuni punti l'articolo è poco chiaro, perché l'autore, pur spiegando in modo esauriente la patologia, non sembra avere chiara la possibile terapia. Strettamente collegato a quanto scritto da Andreoli è, a parere di altri, il problema dell'educazione, in quanto sia la famiglia, sia la scuola dovrebbero porsi controcorrente rispetto al mondo circostante dell'economia e dei media che non fa altro che stimolare la crescita e la moltiplicazione dei desideri.

Di fronte a questa realtà i giovani possono avere due atteggiamenti contrastanti a seconda delle loro esperienze affettive, o desiderano "troppo" e tutto subito, o non hanno più desideri perché in questa realtà di eccessivo benessere l'avere tutto spegne ogni desiderio. Però è anche vero che nella confusione generale di oggi, spesso è molto difficile capirsi in famiglia e ancora più difficile capirsi al di fuori, tanto che gli oggetti sono diventati un linguaggio comune di immediata comprensione e sono utili ai giovani, soprattutto agli adolescenti, per riconoscersi nel gruppo di pari. A questa età, infatti, i compagni talvolta incidono sui giovani più delle famiglie, anche perché le cosiddette agenzie educative spesso si dimostrano latitanti.

Si sottolinea anche che, in campo educativo, sono di basilare importanza sia il temperamento del ragazzo sia i fondamenti insegnati dai genitori.

Si nota però che padre e madre, con l'educazione antiautoritaria che ha dominato negli ultimi decenni, sono spesso schiavizzati dai figli i quali sono sempre più restii ad assumersi le proprie responsabilità; si sono tra l'altro molto accorciate le distanze tra il mondo dei genitori e quello dei figli, come dimostra il fatto che gli adulti non vogliono invecchiare e i giovani non vogliono crescere, con il risultato che i conflitti all'interno delle famiglie sono sempre più difficilmente risolvibili. Questa situazione è poi aggravata dalla perdita di punti di riferimento assoluti che ha avuto come conseguenza che i padri non possono più garantire principi saldi e che l'autorità è stata messa in discussione a tutti i livelli.

A questo si collega il problema della diffusione della violenza, alla quale non sembra esserci argine. Mentre nelle società antiche essa era funzionale al rispetto di determinati valori e di una determinata etica, oggi invece sempre più spesso è gratuita e ingiustificata. La situazione è aggravata anche dal fatto che la psicologia e la psicoanalisi si sono infiltrate nell'area del diritto, contribuendo alla messa in discussione di parametri che erano fondamentali per capire e porre dei limiti.

Per le prossime riunioni si stabiliscono i giorni di lunedì 23 ottobre 2000 e lunedì 20 novembre 2000.

L'incontro si conclude alle h 23.