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La secolarizzazione e la morte di Dio

Lunedì 20 novembre 2000, alle h 21, si sono riuniti i soci del Centro Nuovo Umanesimo.

L'incontro si apre con una breve relazione della riunione della segreteria, tenutasi giovedì 16 novembre, nel corso della quale si è discusso di questioni pratiche e organizzative connesse con il Centro.

- Quando si procederà alla costituzione in associazione del Centro Nuovo Umanesimo si propone una quota associativa annuale di £ 100.000 o di £ 200.000 per i soci fondatori e per i primi associati
- Si procederà alla formazione di un archivio computerizzato di indirizzi nel quale verranno inserite sia le scuole sia le persone fisiche
- Si propone di effettuare uno o due incontri pubblici all'anno. Il primo potrebbe essere a ottobre-novembre 2001. Inoltre potrebbero essere proposti incontri per piccoli gruppi.
Per la prima iniziativa, che servirebbe anche come presentazione del Centro, si potrebbe pensare a trattare il tema: "Quale futuro per le nuove generazioni?", il problema andrebbe esaminato dal punto di vista del lavoro, dell'affettività, della famiglia, della spiritualità, dell'educazione, della scuola.
- Riguardo agli argomenti da trattare, sia pubblicamente, sia nei nostri incontri mensili, si pensa di concentrarsi sugli aspetti educativi, non dimenticando però un orizzonte filosofico complessivo nel quale anche gli aspetti educativi sono inseriti. Dal momento che negli incontri da settembre a oggi gli argomenti sono stati discussi molto velocemente, si deve decidere se prenderne in esame anche altri o se ritornare nuovamente su quelli già presi in considerazione.

Dopo questa breve relazione si prende spunto dal problema dell'accesso sempre più posticipato al mondo del lavoro per discutere sul prolungamento dell'obbligo scolastico previsto dal progetto di riordino dei cicli.

Sostanzialmente si fanno strada due posizioni. Alcuni ritengono che sia inutile costringere a proseguire negli studi dei ragazzi che non riescono a beneficiare dell'opportunità di studiare e che anzi considerano la scuola un supplizio, anche perché questa costrizione può danneggiare anche coloro che invece hanno voglia di studiare. Altri invece ritengono che sia opportuno prolungare il più possibile l'istruzione obbligatoria perché questo può garantire un certo livello di formazione a tutti. A questo viene obiettato che aumentare gli anni dell'obbligo non deve portare a un abbassamento di livello del lavoro svolto a scuola e che la politica scolastica dell'ultimo trentennio è stata complessivamente rovinosa, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Dopo queste osservazioni, si passa a discutere dell'argomento previsto per la serata, "La secolarizzazione e la morte di Dio", traendo spunto dalla lettura di un articolo di Norberto Bobbio: "Perché non credo in Dio", che in realtà dice che Bobbio non crede nel Dio della religione rivelata, ma che egli distingue religione da religiosità. Questa ultima parte dalla constatazione della limitatezza della ragione umana di fronte al senso del mistero.

La religione rivelata risponde con dogmi e certezze a tutte quelle domande che l'uomo si pone sul proprio destino terreno e ultraterreno, domande che in realtà non hanno risposta certa. Perché l'essere e non piuttosto il nulla? L'anima è immortale? Perché il male? Bobbio, analizzando le questioni da un punto di vista razionale, capisce che l'unica cosa che l'uomo può alla fine constatare è il sapere di non sapere. Al fondo di questi misteri la ragione non può arrivare. Alcuni allora si aggrappano alla fede e accettano acriticamente le risposte che i dogmi della loro fede suggeriscono.

La società odierna è caratterizzata da una visione fondamentalmente atea della realtà, ma l'esigenza di spiritualità si fa sentire in molti contesti, come anche l'articolo di Bobbio conferma.

Certo si vuole evitare di incorrere nell'affermazione di nuovi dogmi e nuovi integralismi. E' opportuno infatti distinguere i principi dai dogmi, si possono fare propri determinati principi morali ed etici, ma non necessariamente si devono accettare quelli irrazionali. Questi ultimi ricadono nell'ambito della fede, che è fondamentalmente irrazionale e che quindi non è data a tutti. A questo punto ci si domanda quali siano i fondamenti etici comuni alle religioni e alle filosofie, fondamenti che possano permettere a un vasto numero di persone, anche di diverse convinzioni, di riconoscersi in essi. Un elemento comune potrebbe essere ad esempio la solidarietà, un altro il rispetto nei confronti sia delle persone sia delle idee altrui.

Al termine dell'incontro vengono date indicazioni per le letture che saranno oggetto di discussione a dicembre: da Pierre Hadot, Che cos'è la filosofia antica, Einaudi 1998, La figura di Socrate; da Giovanni Reale, Socrate, Rizzoli 2000, In che cosa consiste la felicità e come si raggiunge; da Salvatore Natoli, La felicità di questa vita, Mondadori 2000 Felicità, realizzarsi nell'attimo o portare a compimento la vita?

Esaurita la discussione l'incontro si conclude alle h 11 e 30 circa.