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Il rapporto di coppia

Lunedì 15 gennaio 2001, alle h 21, si sono riuniti i soci del Centro Nuovo Umanesimo.

All'inizio dell'incontro vengono distribuiti lo schema del sito Internet del Centro e i verbali N°5 e N° 6.

Vengono ribaditi, in previsione della costruzione del sito, gli scopi del Centro, sintetizzati nel verbale N° 6 a pagina 2, e le dimensioni culturale, spirituale, formativa ed educativa in cui il Centro si propone di lavorare.

Vengono poi esaminati altri possibili argomenti di discussione per gli incontri che si terranno fino a giugno: il razzismo, l'etica della responsabilità, i mass-media e la loro influenza, la globalizzazione, i limiti del pensiero scientifico, il culto del corpo e la sua influenza sui comportamenti dei giovani, il rapporto di coppia. Vengono ritenuti di particolare interesse i primi tre. Per quanto riguarda la presentazione pubblica del Centro che presumibilmente avrà luogo nell'autunno del 2001, si pensa di scegliere, il tema "l'etica della responsabilità", in quanto argomento trasversale a tutte le età, e di invitare Silvia Vegetti Finzi.

Si passa poi a discutere l'argomento proposto per l'incontro, ovvero il rapporto di coppia, per affrontare il quale erano stati indicati due capitoli tratti dal libro di John Gray, Conoscersi, capirsi, amarsi, Tea 1996.

Si parte dalla constatazione che il limite di libri come quello in oggetto è che sono molto generali, ciononostante possono offrire buoni spunti di riflessione.

La discussione prende avvio dall'osservazione che è vero che effettivamente le donne hanno occupato spazi maschili e che gli uomini stanno cercando di appropriarsi di spazi femminili, con il risultato che i giovani di oggi, riguardo alla divisione dei compiti tra uomini e donne, crescono con una mentalità diversa dalle generazioni che li hanno preceduti.

Le donne lavorano, a volte per scelta, ma spesso perché un solo stipendio oggi non basta a dare alla famiglia un tenore di vita considerato adeguato agli standards medi attuali.

Il discorso sottende le battaglie femministe per la libertà della donna e l'uguaglianza giuridica con l'uomo, battaglie che sono partite dalla classe borghese e dai paesi anglosassoni con il movimento delle Suffragette, e che hanno avuto destino un po' diverso in paesi mediterranei come l'Italia.

Di fatto oggi le donne hanno raggiunto la parità giuridica, ma nell'ambito della mentalità si è visto che "il diritto al lavoro" si è spesso trasformato in una condanna al "doppio lavoro", dato che il peso della casa e dell'accudimento dei figli ricade ancora per la maggior parte sulla donna, anche se questa è impegnata fuori casa esattamente come il marito.

I nuovi orientamenti femministi oggi sono volti quindi non tanto a pretendere l'uguaglianza, bensì a sottolineare l'importanza dello specifico femminile, per il quale si vogliono garanzie e diritti in campo pratico quanto una considerazione più adeguata dal punto di vista culturale e filosofico.

Denatalità e invecchiamento della popolazione in Italia sono anche dovuti alla mancanza di servizi che allevino il lavoro di cura. Diffusione del part time per le donne, diffusione di asili nido pubblici o di altre forme di accudimento all'infanzia contribuirebbero ad alleviare il peso del doppio lavoro femminile, anche in considerazione del fatto che molte donne trovano gratificazioni maggiori nell'accudire la famiglia piuttosto che nel lavoro esterno.

Il libro di Gray mette in luce come i mutamenti nei ruoli maschili e femminili, avvenuti in questi ultimi cinquant'anni abbiano creato molte difficoltà all'interno delle famiglie e in particolare nel rapporto uomo-donna. Dopo che per millenni uomini e donne hanno avuto compiti chiaramente suddivisi: le donne la procreazione e la cura dei membri della famiglia e gli uomini il procacciamento del cibo per la famiglia stessa, oggi che le donne contribuiscono a pari titolo al mantenimento della famiglia e passano fuori casa tante ore quanto il marito, la vita quotidiana è molto più complessa e più facili sono i conflitti.

John Gray suggerisce che uomini e donne si sforzino di comprendersi vicendevolmente. Le donne devono capire che gli uomini sono orientati al lavoro all'esterno e devono essere aiutati amorevolmente a capire come aiutare le mogli in casa, gli uomini devono capire che le donne hanno bisogno di sfogarsi parlando e raccontando i loro sentimenti e le loro difficoltà, non necessariamente per avere dall'uomo una soluzione, ma anche soltanto per avere la possibilità di esprimenrsi. Se le donne chiederanno aiuto con maggiore dolcezza, gli uomini saranno più disposti a dare aiuto e questo alleggerirà i conflitti quotidiani. Cosa che avrà le sue ripercussioni anche sui figli i quali non amano i conflitti tra i genitori e si sentono minacciati nella loro stessa incolumità quando i genitori non vanno d'accordo. La natura infatti ha voluto che i piccoli d'uomo, la cui maturazione e educazione è la più complessa tra le specie animali, siano accuditi sia dal maschio sia dalla femmina, insieme.

Per poter andare d'accordo bisogna sforzarsi di mettersi nei panni dell'altro, e imparare a "cedere", perché in realtà, quello che può apparire un cedimento in una discussione o in un conflitto, spesso, invece, si trasforma in un vantaggio per colui o colei che ha "ceduto". Molto importante è anche trovare punti d'incontro sull'educazione dei figli, dal momento che il dissidio coniugale può generare molta confusione nei bambini e nei ragazzi.

Il rapporto di coppia è oggi molto difficile e frequenti sono le separazioni, con tutto quello che questo comporta soprattutto per i figli. In questi ultimi anni però si comincia a riflettere in modo più approfondito sulle conseguenze a lunga scadenza della crisi della coppia, tanto che di recente, negli Stati Uniti, sono stati pubblicati quattro libri sull'argomento.

In ogni caso, fondamentale è l'intenzione di trovare una strada per stare bene all'interno della famiglia, anche se talvolta possono esserci motivi nascosti alla persona stessa e molto profondi che impediscono di trovare una via per vivere serenamente i rapporti e che generalmente derivano da difficoltà con i propri genitori o addirittura da eredità intergenerazionali di problemi non risolti.

E' bene ricordare che "per la felicità di questa vita", come sostiene Natoli, bisogna "accettare" determinate realtà, naturalmente bisogna sforzarsi prima di capirle, di dare loro un senso, e di imparare a gestirle.

In ultimo bisogna considerare che uomini e donne hanno differenti strutture celebrali, la cosa è stata dimostrata di recente, per mezzo delle nuove metodiche di analisi del funzionamento del pensiero. In specifici compiti di orientamento, le aree celebrali destinate a questi compiti sono differenti per uomini e donne. Già si era visto che anche l'area del cervello deputata al linguaggio ha uno sviluppo differente in uomini e donne.

Si è tra l'altro constatato che generalmente nei rapporti interpersonali, a partire dalle amicizie infantili, le donne parlano di se stesse, delle loro emozioni e dei loro rapporti, gli uomini invece si incontrano per fare insieme delle attività: sports, caccia, o altro. Nei momenti di difficoltà l'uomo reagisce cercando di buttarsi a capofitto nel lavoro e non ama mettersi in discussione con la donna; in circostanze analoghe, invece, la donna ama sviscerare le questioni in lunghe discussioni.

Anche nelle famiglie si diffondono sempre più casi di disagio o disordini mentali, che in gran parte sono dovute allo smarrimento che la visione materialistica della realtà lascia nel mondo occidentale.

Anche l'articolo su Repubblica di Galimberti a proposito del diffondersi del disagio mentale, diceva che il disagio è dato dal non trovare un senso nella realtà, ma che, dal momento che la realtà non ha senso, bisogna solo imparare a convivere col non-senso. Forse però la risposta materialistica che Galimberti dà a queste questioni non è l'unica possibile e nelle nostre discussioni ci confronteremo ancora sull'argomento.